Agopuntura e Omotossicologia: Capitolo 5 pag. 127
Ma sottolineiamo ancora una volta che questi sono solo esempi conosciuti nella nostra cultura. L’impulso verso il trascendente è una facoltà umana, indipendente dalla adesione ad una religione o ad un cultura. Spesso le persone in stato di gioia realizzano senza la gloria del mondo profano questa condizione. Quando sono conosciute e menzionate nei libri di storia, questo avviene per motivi molto distanti dalla loro elevazione spirituale. Si tratta spesso di persone umili sul piano contingente, ma di una grande ricchezza interiore.
La condizione che maggiormente assomiglia alla gioia è l’orgasmo, che però al contrario della gioia non ha la caratteristica di essere permanente. Ma se proviamo ad immaginarlo come permanente possiamo aver una vaga approssimazione per difetto della perfezione di questo sentimento. Quando si parla di gioia come forma di elevazione interiore si può entrare in conflitto con pregiudizi, sociali, culturali e confessionali. Tutto ciò che ha caratteristiche elevanti lo spirito viene combattuto con ogni mezzo da chi detiene il potere temporale. Infatti provare la gioia senza possesso di alcun mezzo esteriore per farlo è un rapporto immediato e incondizionato con il trascendente. Difficile mantenere una gerarchia di potere in tale condizione, soprattutto per chi ritiene di essere un mediatore esclusivo della relazione dell’uomo con il trascendente. Pertanto ogni forma di potere organizzato ha un ipercollerico alvertice e molti ipocollerici nelle gerarchie la cui finalità operativa è evitare che gli esseri umani possano provare gioia. Vedremo che questa strategia è coerente con le Sequenze di Fase.
La gioia ad un livello più denso può essere intesa come il piacere di vivere. Anche questa facoltà però per essere vera deve anche essere incondizionata. Il piacere di vivere non è il possesso di mezzi idonei a fornirlo. Quindi il piacere di vivere non ha nulla a che vedere con la realizzazione nel mondo dei desideri.… Leggi tutto...