Agopuntura e Omotossicologia: Capitolo 8 pag. 186 hahnemann

Agopuntura e Omotossicologia:  Capitolo 8 pag. 186

hahnemann

Senza un metodo di lavoro, i medici omotossicologi, avrebbero oggi, solo un esiguo numero di rimedi, peraltro non ugualmente efficaci. Si può pertanto immaginare, che per la composizione dei suoi prodotti, Reckeweg disponesse di conoscenze utili ad accelerare il lavoro. Questi riferimenti o metodo, di Reckeweg, gli permisero di rispondere ai seguenti
quesiti:

1) Quali componenti impiegare in un rimedio complesso
2) A quali diluizioni impiegare le singole componenti
3) Quanta massa delle componenti impiegare
4) In che sequenza aggiungere le componenti in una composizione

Reckeweg non fu certamente il primo omeopata ad avere l’idea di assemblare un complesso di rimedi omeopatici, piuttosto che impiegarli singolarmente.
Già all’epoca di Hahnemann, gli omeopati si scontravano con la difficoltà oggettiva di trovare il Simillimum per ogni malato. Infatti da un punto di vista numerico, i conti non tornano all’omeopatia neanche oggi, pur avendo un maggior numero di rimedi disponibili. Non si può immaginare di trattare l’immenso numero di esseri umani presenti sul pianeta, con un Simillimum disponendo al massimo, di qualche migliaio di rimedi. Non è verosimile che una terapia tanto centrata sull’individuo malato, si concluda con la prescrizione di uno dei 150 rimedi, per i quali è disponibile un prooving omeopatico completo. Questo paradosso induce anche gli unicisti più convinti, nell’intimo della loro prescrizione, a quel compromesso che possiamo denominare la “buona soppressione.” Per buona soppressione, si intende una soppressione resa necessaria dalle condizioni cliniche del paziente, in attesa di studiare il caso a livello Simillimum e prescriverlo, successivamente. La buona soppressione, è una soppressione di cui il medico è consapevole e alla quale ricorre per necessità, in attesa di poter fare di meglio. Questo concetto è presente nell’omeopatia fin dal suo esordio ed è presente anche nell’opera stessa di Hahnemann. Il purista del metodo, lo condanna, come scelta infausta e non rispettosa dell’ortodossia omeopatica. Non di meno la somministrazione di rimedi Similaris, ovvero di un soppressivo, alimenta gli studi professionali degli omeopati, da oltre due secoli. Si tratta certamente di un compromesso, ma è di fatto accettato in modo tacito anche dagli unicisti più convinti. Per tutti quelli per cui non esiste o non si può trovare il Simillimum, si somministra almeno un Similaris. Dunque il medico omeopata cerca inizialmente il Simillimum, ma successivamente quando non riesce a trovarlo, prescrive un Similaris. Questa procedura non è affatto rara, perché spesso il Simillimum del paziente non è tra i rimedi studiati e conosciuti. Le condizioni del malato non possono certo attendere, i tempi degli studi con prooving, per l’immenso numero di piante o mi-