Sonno leggero e omeopatia iniettabile
Il sonno leggero è l’abitudine a dormire a tappe, distribuendo fasi di riposo e fasi di attività durante tutto l’arco della notte. Si tratta del sonno leggero della ” sentinella” da non confondere con il sonno polifasico. Il sonno polifasico è noto per il motivo che diversi personaggi illustri hanno dichiarato di trarre beneficio da questa pratica. Il sonno leggero non è una pratica voluta per il raggiungimento di obiettivi precisi, ma è però una risposta adattattiva a stress e non deve pertanto essere confuso con il sonno polifasico. Il sonno naturale non è leggero o polifasico ma bifasico ovvero è segmentato in due fasi di riposo notturno separate da un unico periodo di veglia. Il sonno leggero è tipico solo in emergenza o quando si deve aver una performance elevata, come risposta adattativa ad una soluzione conflittuale ben precisa. Si tratta di una risposta coerente con la gestione prolungata e omogenea di un conflitto. Quando la sopravvivenza del singolo o del clan dipende dal provvedere ad un comportamento in modo continuativo e intenso nel tempo, allora si può distribuire il monte ore del sonno in modo coerente a svolgere tale funzione senza eccessive interruzioni.
Il sonno frammentato è tipico nel neonato, bifasico nel bambino che dorme a lungo anche il pomeriggio e diventa monofasico nell’adulto quando comprime i tempi naturali della vita. Il sonno monofasico è infatti conseguenza di una sistematica violazione dei ritmi biologici. I nostri antenati dormivamo in due periodi più brevi intervallati da una fase di attività. Tutto il sonno accadeva entro un lasso di tempo maggiore che iniziava con 3 o 4 ore di riposo profondo, seguito da una fase in cui si era attivi e poi si dormiva di nuovo fino al mattino. Anche nei mammiferi dai quali l’uomo discende il sonno naturale è bifasico, suggerendo che si tratta di un adattamento sensato alle sfide poste dalla sopravvivenza. Il monte ore nel sonno bifasico è sempre di circa otto ore, ma la efficienza del riposo è ben maggiore, perchè consente due fasi di sonno profondo invece che una. Anche l’intervallo di veglia è un periodo particolarmente fecondo. Le ore centrali della notte, tra i due sonni, sono caratterizzate pace e interiorizzazione. In tali ore l’essere umano sviluppa maggiormente le sue potenzialità. Questo è il periodo da dedicare alla meditazione, alla propria cura e alla espansione della coscienza. Il sonno naturale o bifasico ha risolto nella evoluzione umana anche diverse problematiche concrete.
Dalla conoscenza del fuoco un poi, la metà della notte era da dedicare alla cura del fuoco, dal quale dipendeva la sopravvivenza del clan come protezione termica e come protezione contro i predatori. Anche dopo lo sviluppo di nuclei abitativi complessi, il fuoco doveva essere curato a metà notte. Gli incidenti dovuti al fuoco sono stati a lungo la principale causa di morte domestica. Tra questi dominava oltre al raffreddamento, l’incendio e il soffocamento. RIsvegliarsi a metà notte è stato pertanto non solo utile allo sviluppo della coscienza, ma garantiva per motivi diversi la sopravvivenza stessa degli esseri umani. Pertanto un sonno bifasico è da considerarsi il sonno naturale e come tale è codificato anche per l’uomo moderno. Il sonno leggero invece non è costiuito di fasi e non genera mai bastevole riposo. Si tratta di una strategia adattativa utile nella gestione di una emergenza come per esempio i conflitti bellici prolungati, la prigionia o la schiavitù. Il sonno leggero si adatta a tutte le situazione che richedono performance senza intervalli di riposo. In tali contesti brevi fasi di sonno ìntervallate da facili risvegliu salvano la vita. Non si tratta di un sonno naturale, ma di una riposta biologica sensata nella gestione di un problema. Il sonno leggero può essere mantenuto per il periodo modesto senza causare danni, ma se supera la soglia di un risposta acuta e temporanea richiede trattamento.
Dott. Fabio Elvio Farello