Globuli omeopatici: una ossessione che dura da secoli
L’omeopatia è da sempre sotto il duro attacco delle case farmaceutiche e di una parte di medici che ne temono entrambi ma per diversi motivi, il gradimento da parte dei pazienti. L’attacco all’omeopatia è iniziato già all’epoca del suo fondatore che fù costretto, causa le contestazioni al metodo, a lasciare il suolo tedesco per riparare in Francia. In epoca recente l’ossessione per i globuli omeopatici determina sia la gratuita diffamazione, sia pubblicazioni le quali dimostrerebbero come tali trattamenti siano privi di qualsiasi efficacia. Tali comportamenti portano discredito a chi li pone in essere oltre che alla omeopatia. Si può infatti discutere sulle indicazioni e limiti dell’omeopatia, ma certamente non si può disconoscere un fenomeno che attraversa generazioni di popoli e i loro medici curanti. Il fatto che la medicina omeopatica, si perpetui con successo per secoli e in diversi continenti è una semplice evidenza. Non si può affermare seriamente che l’omeopatia basi sulla suggestione, senza indurre il sorriso anche nelle menti più disponibili. La suggestione, non consente di giustificare il numero di coloro che seguono l’omeopatia e l’estensione temporale della sua applicazione. Il buon senso oltre che il rigore scientifico richiederebbe almeno una onesta ammissione che un effetto omeopatico esiste, anche se non lo si comprende. Quando i metodi di validazione adottati non lo riescono a descriverlo bisognerebbe ammettere che il modo con il quale si valuta l’omeopatia è male applicato e\o non adeguato a descriverne il funzionamento.
Sul metodo scientifico bisognerebbe molto discutere. Una cosa è la scienza, altra cosa è usare la scienza per altri scopi. La validazione di un trattamento farmacologico avviene con un metodo che non funziona nei riguardi della omeopatia. Se un farmaco si valida quando induce effetti riproducibili su un certo numero di pazienti, l’omeopatia procede esattamente all’opposto. Solo una estrema personalizzazione del trattamento consente il suo successo. Questo implica che la stessa malattia in omeopatia sia trattata con diversi rimedi. Altrettanto vale per la dose. Difficile immaginare di trattare due malati anche simili con la stessa dose. Fingere di non comprendere le caratteristiche del metodo omeopatico funzionalmente ad adottare sistemi di validazione inadeguati a descriverlo, non può considerarsi scienza, ma solo un “trucco” passato per tale. Per alcuni i globuli omeopatici sono oggetto di una vera e propria ossessione, che svela retroscena opposti a quelli dichiarati. La mente umana giustifica per inverso. La necessità compulsiva della parte più intransigente della medicina convenzionale e delle case farmaceutiche di dimostrare che i globuli omeopatici sono pura “ciarlataneria”, evidenzia come il metodo scientifico adottato per validazione dei farmaci possa aver subito in qualche occasione devianze di orientamento commerciale.
Si osservano trasmissioni televisive e articoli su giornali dove spesso si “sparla” di omeopatia. In tali occasioni un illustre farmacologo o medico spiega come l’omeopatia non possa funzionare, perchè il rimedio non contiene nulla di chimico per poterlo fare. Anche in questo caso si evidenzia un comportamento che nulla ha in comune con il metodo scientifico. L’illustre farmacologo o medico è fatto passare dal giornalista di turno come esperto in omeopatia, ma in realtà non è titolare di una unica pubblicazione sull’argomento e non lo conosce proprio. Inoltre la definizione che il funzionamento di un rimedio sia dipendente dalla dose chimica delle sue componenti è a dir poco inadeguata a descrivere cosa avviene in un trattamento omeopatico. Un rimedio omeopatico richiederebbe una competenza maggiore di quella chimica per essere correttamente valutato.
I globuli omeopatici sono privi di diritti di brevetto e hanno un costo troppo basso per costituire una alternativa industriale alla produzione di farmaci. Questo non implica che non funzionino. L’influenza delle aziende farmaceutiche sulla formazione dei medici convenzionali arriva anche a escludere qualsiasi nozione di omeopatia durante il corso di laurea. Questa lacuna formativa non consente a molti medici anche disponibili, di comprendere cosa è l’omeopatia. Non conoscere l’omeopatia comporta successivamente un atteggiamento indotto, di onesta estraneità al metodo. L’ossessione per i globuli omeopatici è pertanto anche il frutto anche di una lacuna culturale, nella formazione del medico.
L’ omeopatia non si distingue dalla medicina convenzionale per i globuli, ma sopratutto per il diverso paradigma di malattia. Non sono i globuli che dovrebbero sorprendere il medico convenzionale. In omeopatia il malato è valutato per la sua sofferenza globale, mai suddivisa per settori di pertinenza specialistica. Inoltre secondo l’omeopatia la persona ammala e guarisce da sola, coinvolgendo un piano fisico, emotivo e spirituale dell’esistenza. A voler veramente discutere e crescere insieme, le differenze tra i metodi di cura farmacologico e omeopatico sarebbero ben altre, che la dose dei rimedi rispettivamente adottati. Speriamo che in un futuro non lontano si possa avere una medicina illuminata nella quale la scelta tra farmaci e\o globuli omeopatici possa essere presa con metodo veramente scientifico e nell’esclusivo interesse del malato.