Sovradiagnosi : un pericolo per tutti

Sovradiagnosi : un pericolo per tutti

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Uno studio dell’Iarc, l’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro e del Cro di Aviano, pubblicata dal New England Journal of Medicine, afferma come la sovradiagnosi  sia molto diffusa in merito alle malattie della tiroide.  La sovradiagnosi consiste nel mettere in evidenza delle lesioni o dei tumori  che non evolveranno in modo pericoloso, ma sui quali si  interviene chirurgicamente e si somministrano terapie radianti o chemioterapiche. Si tratti di una prassi pericolosa che espone a terapie inutili con evidenti rischi per i pazienti e illeciti profitti.

Secondo lo studio citato, fino al 90% delle diagnosi di cancro alla tiroide sono a dir poco ‘inutili’, fatte su tumori che non darebbero nessun problema di salute anche se non trattati.  I ricercatori  stimano che le sovradiagnosi  di tumori di dodici paesi, tra cui l’Italia. In totale si stima che le sovradiagnosi di tumore alla tiroide nei dodici paesi, tutti denotati da sistemi sanitari evoluti, siano un numero veramente troppo elevato. La maggior parte delle sovradiagnosi di neoplasia alla tiroide comportano la tiroidectomia totale e spesso anche  altri trattamenti pericolosi, come radioterapia e chemioterapia, tutti senza benefici provati in termini di sopravvivenza. Sulla base di questi dati, conclude il rapporto, l’Iarc si sconsiglia screening a tappeto per questo tumore, e si suggerisce una ‘vigilanza attiva’ su quelli a basso rischio, prima di iniziare trattamenti invasivi.

Il problema della sovradiagnosi non è purtroppo limitato alla tiroide. Inoltre non si tratta del comportamento professionale dei medici incaricati. Sono gli studi clinici su quali tali medici si basano a favorire la sovradiagnosi. La validazione scientifica presenta talvolta problematiche necessariamente da affrontare. Protocolli di trattamento accreditate non sempre corrispondono ad una verità scientifica e spesso richiedono troppo tempo per esser cancellati. Una interferenza negativa di interessi economici connessi all’esecizio dell’arte medica potrebbe determinare il fenomeno dalla sovradiagnosi non solo in campo tiroideo. Sarebbe una prassi auspicabile che i protocolli di trattamento anche se accreditati fossero sottoposti ad intervalli programmati ad una ripetuta verifica. . Nessun dato dovrebbe essere accettato sine die. Occorre ripetere in sedi indipendenti e  a scansioni temporali prefissate, tutti i processi di validazione che deteminano una condotta in terapia.