Agopuntura e Omotossicologia: Capitolo 8 pag. 187
Steiner
nerali presenti sul pianeta. Il malato è qui, oggi, con la sua sofferenza e chiede di essere curato. Non è difficile immaginare, che già ai tempi di Hahnemann, il medico omeopata confrontato con questa difficoltà, abbia iniziato a somministrare non solo Similaris, ma anche sequenze di rimedi, piuttosto che un unico Simillimum.
Da questo approccio, sono nate molte scuole di omeopatia pluralista, le quali adottano sequenze di rimedi nell’impostazione terapeutica. Si concepisce un rimedio per la costituzione, uno per la diatesi e uno o più sintomatici. Una sequenza di rimedi, è sicuramente la soluzione, per tutti quei casi in cui non si dispone di un Simillimum. Questa impostazione denominata pluralismo omeopatico, è in contrapposizione all’unicismo, il quale prevede sempre e comunque, un unico rimedio, il più simile di tutti. Dal pluralismo al complessismo il passo è breve, concettualmente. Nella storia dell’omeopatia necessitò di almeno un buon secolo, per strutturarsi come metodo.
Se l’omeopata concepisce l’idea pluralista, di somministrare Mercurius per le tonsille e Calcarea carbonica per la costituzione del suo malato, allora il passo per aggiungere a Mercurius anche Lachesis, sarà metodicamente breve.
Nella pratica terapeutica di molti omeopati pluralisti, questo approccio, si esprime nella somministrazione sequenziale di più rimedi sintomatici, oppure in una somministrazione francamente contemporanea. A questo livello troviamo il germe metodologico dell’omeopatia complessista. Definire storicamente, chi fu a praticare per primo il complessismo, è difficile, ma non può essere escluso il suo impiego, già all’epoca di Hahnemann.
Il fondatore dell’omeopatia, è stato sufficientemente esplicito nel dichiarare questa modalità di lavoro una soppressione da evitare, in favore della ricerca di un Simillimum. Per quanto riguarda gli allievi di Hahnemann, però non darei però per scontato nulla.
Il primo a strutturare il complessismo, come una forma di terapia compiuta, è Rudolf Steiner. La medicina antroposofica, si basa su un complesso di tecniche e un modello spirituale preciso, ma per i rimedi, l’antroposofia adotta chiaramente dei complessi omeopatici. Osserviamo la presenza, nei rimedi complessi antroposofici, anche di quelli non studiati con prooving omeopatico. Per esempio nei rimedi complessi dell’antroposofia, compaiono gli organoterapici in associazione con omeopatici. La terapia antroposofica, impiega l’omeopatia come uno tra i tanti strumenti e si riferisce ad una scuola spirituale che pur essendo interessante, sotto tanti punti di vista, omettiamo di approfondire in questo contesto. Sicuramente l’impostazione di Steiner, soprattutto per quanto riguarda i suoi allievi, difetta nella capacità di dialogo con la Medicina Convenzionale. Reckeweg, costituisce con il suo lavoro, anche da questo punto di vista, un progresso notevole. Infatti sia per la composizione dei rimedi, sia per il modello di malattia, l’omotossicologia possiede un linguaggio idoneo a rapportarsi con la medicina delle università.